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Paragrafi
Che cosa sono
Il termine asteroide
Origine
Le prime osservazioni
Metodi di ricerca
Il battesimo degli asteroidi
Siamo a rischio?
Schede
Asteroidi
in numeri
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COME & PERCHÉ
n. 59 - Asteroidi: i
menhir dell'Universo
Fu
battezzato Cerere, in onore della dea siciliana del
grano.
Pallade, il secondo asteroide ad "uscire allo scoperto",
fu invece notato l'anno dopo, quasi casualmente, da
un osservatore che tentava di localizzare Cerere.
Gli astronomi (un po' come i cercatori di funghi!)
si dissero: "Se ce n'è uno e poi due, probabilmente
ce ne sono degli altri!" E via alla ricerca dei pianetini.
E i primi risultati importanti non tardarono ad arrivare.
Un nome fra tutti: Vesta (29 marzo 1807), il
più luminoso tra gli asteroidi, il primo a poter essere
osservato ad occhio nudo.
Metodi
di ricerca
Pensate che all'epoca, e ancora per un secolo, i
metodi di ricerca utilizzati erano tali da mettere
in serio pericolo l'equilibrio mentale persino
del più paziente tra gli osservatori. Infatti non
esistevano ancora le sofisticatissime apparecchiature
supertecnologiche di cui dispongono oggi gli Osservatori.
In
quei tempi era tutto "manuale", o meglio visuale.
L'osservatore, con il suo fedele telescopio, si metteva
a scrutare il cielo, cercando di concentrarsi ad una
zona limitata. A questo punto confrontava le stelle
che notava con quelle segnate su una "mappa del
cielo" a sua disposizione, annotando con la maggior
precisione possibile l'eventuale puntino luminoso
che appariva non segnato. Dopo una pausa caffè di
qualche ora, la "forse stella" veniva riosservata.
La rilevazione di un eventuale movimento tradiva la
sua natura di pianeta. E quindi di asteroide.
Con
questo sistema, veramente da miniaturista medioevale,
furono scoperti ben 322 asteroidi. Un enorme passo
avanti fu fatto, a fine Ottocento, con l'introduzione
della fotografia come strumento atto alla localizzazione
dei pianetini. Nelle fotografie infatti, realizzate
con l'impostazione "posa lunga", l'asteroide compariva
come una traccia, differenziandosi dagli altri eventuali
punti luminosi nello spazio.
Dagli anni Ottanta poi, anche la fotografia è stata
messa un po' da parte, sostituita da rivelatori elettronici,
detti "rilevatori CCD", che aiutano a scoprire
oggetti di debolissima luminosità e a definirne le
caratteristiche principali.
Questi strumenti, tra l'altro, poi permettono di far
lavorare il telescopio anche autonomamente senza che
ci sia sempre e necessariamente la presenza di uno
scienziato.
A
metà degli anni Novanta, per esempio, grazie
alle nuove tecnologie, si è riusciti ottenuta un'immagine
molto chiara della superficie di Vesta; tormentata,
con flussi di lava e un grande cratere provocato da
un impatto con un altro corpo celeste, che permette
di intravedere persino alcuni degli strati che lo
compongono.
Il
battesimo degli asteroidi
Una
volta scoperti, anche gli asteroidi ricevono un nome.
Apparentemente una serie di lettere e cifre senza
senso,ma in realtà rispondenti a criteri ben precisi.
Generalmente la sigla è composta da: l'anno
di avvistamento più una lettera dell'alfabeto che
indica in quale periodo dell'anno è stato individuato.
Per esempio un'asteroide scoperto il 20 gennaio 1990
potrà chiamarsi: 1990B, dove la B indica la seconda
quindicina dell'anno 1990.
Chiaro no? Poi, dopo una serie di accertamenti, alla
sigla viene aggiunto un numero. E il nuovo asteroide
entra a far parte del gruppo dei pianetini conosciuti
e classificati.
Siamo
a rischio?
Ma esiste veramente il rischio che un giorno, un
asteroide, piombi come un missile sul nostro bel pianeta,
come talvolta ipotizzano alcuni scienziati?
In effetti, grazie ai rilevatori CCD, è emerso che
asteroidi con diametro di qualche decina di metri
passano dalle nostre parti molto più frequentemente
di quanto si potesse prima supporre.
Per
fortuna si tratta solo di frammenti di modeste
dimensioni. Si ritiene che la probabilità che un asteroide
con un chilometro di diametro possa colpire il nostro
pianeta, sia di una volta ogni milione di anni. Che
dire. Speriamo che quell'unica volta ritardi il più
possibile o si verifichi solo nel momento in cui l'uomo
avrà imparato ad osservare con più attenzione gli
eventuali rischi provenienti dallo Spazio,
per poter essere pronto a trovare soluzioni adatte
caso per caso.
Lo
sapevate che
- Asteroidi in numeri
Quanto è grande un
asteroide? Ve lo siete mai domandati?
In realtà possono essere di varia
forma e dimensione.
Buttiamo un occhio...ai 10
fratelli maggiori
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Francesca Virgilietti
P.S. Hai qualche curiosità?
Hai da proporre qualche COME & PERCHÉ ?
SCRIVICI!
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