RAGAZZI NEWS n. 42
- La comicoterapia:
la risata, che medicina!
In
Italia, la comicoterapia é applicata soprattutto
negli ospedali infantili (il primo progetto pilota
é del 1997, presso l'Ospedale Pediatrico Meyer di
Firenze). Firenze (dove é attivo il famoso dott. Bobo!),
Milano, Roma, Genova, Napoli, Torino, le città apripista.
E dappertutto ha suscitato l'entusiasmo non solo dei
bambini, ma anche dei genitori e dello staff ospedaliero.
Il tutto senza intralciare le attività normali dei
dottori.
Il
risultato, in termini medici, é stato la diminuzione
dello stress causato da paura e da sofferenza, la
riduzione del fabbisogno di farmaci e, alla fin fine,
un accorciamento dei tempi di degenza del bambino
in ospedale. I clown in corsia fanno tutto ciò che
i medici non possono fare: sdrammatizzano le operazioni,
anche le più complesse. Ed ecco il trapianto del "naso
rosso", la "trasfusione" del ben più gustoso "cioccolato",
le siringhe che fanno bolle di sapone, parrucche sgargianti,
camici e cappelli enormi a quadrettoni, nasi rossi
e bocche e occhi dipinti in modo esagerato.
I loro numeri di magia, mimo, musica vengono portati
in tutti i reparti 2/3 volte la settimana e vengono
annunciati dal suono di flauti, fisarmoniche
e tamburelli che si diffondono lungo i corridoi. L'arrivo
dinnanzi a una camera é segnalato dal suono di un
campanellino. Ed é poi il bambino a decidere
se accettare o meno la visita del colorato amico.
Molti dei clown sono dei veri e propri professionisti.
Ma non manca anche uno stuolo di volontari,
scout, studenti che magari solo con una chitarra o
delle marionette, cercano di rendere meno pesanti
le giornate dei piccoli malati.
In
alcuni ospedali, poi, prima di un intervento chirurgico,
vengono proiettati cartoni animati e filmati
per preparare il bambino all'evento. In un primo momento
la colorata e stravagante presenza dei "dott clown"
venne accolta con un po' di imbarazzo e diffidenza.
Anche perché nella nostra tradizione occidentale,
purtroppo, la risata viene considerata come indice
di poca serietà. Al contrario che nella cultura orientale.
Il Buddismo, infatti, sostiene che 15 minuti
di risate corrispondono a 6 ore di meditazione.
Per
gli Indù, invece, la creazione dell'universo
é stato il risultato di uno scherzo degli dei. Per
fortuna, recentemente, pure da noi le cose stanno
cambiando. Anche al di fuori delle mura ospedaliere.
Anche nella vita quotidiana. Anche per reagire
alle tragedie di ogni giorno. Come insegna Madan Kataria,
ormai battezzato dai media occidentali "guru della
risata", dottore specializzato nella scienza del "ridere
senza ragione". Il tutto ebbe inizio nel 1995,
in un parco pubblico di Mumbai, in India dove, ogni
mattina, questo stravagante dottore riuniva una manciata
di amici.
Scopo:
sperimentare tecniche ed effetti della risata di gruppo.
Dopo pochi anni, a Copenhagen, 10.000 persone si scatenavano
in una enorme e terapeutica risata collettiva guidati
dal guru. Oggi Madan é un personaggio famoso
nonché super richiesto in ogni parte del mondo: da
Singapore agli Stati Uniti, dall'Australia al Nord
Europa. E non solo da singole persone appartenenti
a tutti i ceti sociali, ma anche dalle aziende che
fanno frequentare i suoi seminari ai propri dipendenti.
In
breve si sono moltiplicati i Club della risata
che a lui si ispirano. In tutto, più di 900.
In realtà Kataria - che non é né
un mago né un santone - non ha fatto altro
che riscoprire l'hasya yoga, o yoga del ridere, non
più praticato da secoli, nemmeno in India.
Kataria l'ha ripreso, unendo tecniche di respirazione,
tradizionali di questa disciplina, a vari vocalizzi
e a risate di diverso tipo: da quella "competitiva",
a quella "lunga un metro", a quella che
"nuota nell'aria".
Insomma: ce n'é per tutti i gusti!
Il
risultato? La gente si sente meglio e riacquista
sicurezza in se stessa. Che dire: una cura, quella
della risata, che non costa nulla, e che ha solo vantaggi.
Quindi, amici miei, se vi viene da ridere, a meno
che non siate in classe (mi raccomando!), lasciatevi
andare! Non vi può far che bene!
Ahhhahhahh, ahhahhah, ahhahah, alla prossima!
Francesca Virgilietti
P.S. Hai qualche curiosità?
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